venerdì 19 agosto 2016

Consigli su come organizzare da soli un viaggio low-cost

C’ERA UNA VOLTA L’AGENZIA DI VIAGGI
(…perché una volta non c’era internet).
Erano, quelli, i tempi in cui per partecipare ad un viaggio non dovevi far altro che pagare la quota fissata dalla suddetta agenzia (ancora meglio se con inclusa la pensione completa così da minimizzare il rischio associato al libero arbitrio) salire sul pullman ed affidarti, da una parte nelle mani di una guida per lo più incaricata di sbrogliare la matassa burocratica, dall’altra al Padre Eterno, affinché mostrasse un occhio di riguardo all’atto della composizione del gruppo.
Perché stai pur certo che, tra la totalità dei futuri compagni di viaggio, avresti finito inevitabilmente per imbatterti in una serie di personaggi scomodi, quali il ritardatario, il petulante, il debole di stomaco, il capriccioso, tutti in grado coi loro comportamenti dissonanti di compromettere l’armonia del gruppo. E quand’anche fossi stato così fortunato da incorrere nel gruppo ideale, avresti comunque dovuto fare i conti con gli inevitabili contrattempi della vita quotidiana, moltiplicati per il numero dei partecipanti.
Il prezzo da pagare per non aver dovuto pensare a niente.
A ben vedere, quindi, la differenza tra un viaggio organizzato dall’agenzia ed uno home-made può essere di fatto paragonata a quella riscontrabile tra chi vive in un condominio e chi invece possiede un’abitazione propria. Con la differenza che oggi, con l’avvento di internet, e a fronte di un minimo di temerarietà, puoi permetterti di veder realizzato il sogno dell’indipendenza, ad un prezzo che con le opportune precauzioni può risultare perfino più favorevole.
E il risultato finale, fidatevi, è paragonabile solo alla soddisfazione di chi attinge ai prodotti del proprio orto piuttosto che acquistarli direttamente al supermercato.

CON CHI ANDARE
Famiglia/Amici/Da solo.
Famiglia: Il soggiorno sarà orientato al divertimento dei bambini: ok alle visite ad acquari, zoo, parchi nel verde, ai viaggi su mezzi di trasporto inusuali (funivie, traghetti, ascensori altissimi), agli stadi di calcio, alle attrazioni mirate: se vai a Parigi non puoi saltare Eurodisney, a Londra Madame Tussaud o l’Eye of London, a Vienna e Copenaghen rispettivamente il Prater e il Tivoli.
Amici: Banalmente, avrete più tempo da dedicare a musei, ai siti artistici e culturali, a pub e birrerie. Una compagnia più o meno numerosa si rende necessaria soprattutto in caso di viaggio itinerante, per ammortizzare i costi di un eventuale noleggio dell’auto.
Da soli: Tutto come in compagnia di amici, solo senza l’assillo di doverti lavare tutti i giorni, con il vantaggio ulteriore di poter gestire il tempo a tuo totale piacimento. Opzione consigliabile per viaggi nell’orbita del mondo occidentale, presenta l’handicap di un progressivo abbrutimento, generato dalla prolungata assenza di comunicazione.

INGREDIENTI
Ovvero le conoscenze di base e gli strumenti necessari per l’organizzazione e la riuscita del viaggio.
La lingua inglese, innanzitutto. Non occorre essere madrelingua, non ci viene richiesto di dissertare sui poemi shakespeariani, ma solo di sopravvivere alcuni giorni, e di saper quantomeno intuire le risposte a particolari domande standard del tipo

Excuse me, I’m looking for(mi scusi, sto cercando…)
Excuse me, where is(mi scusi, dov’è…)
Is this the right bus to… (è il giusto autobus per…)
Hi, I have a reservation for/under… (salve, ho una prenotazione a nome…)
What time is breakfast? (a che ora è la colazione?)
Could you recommend a restaurant? (potrebbe indicarmi un ristorante?)
Could I have the menu, please? (potrei avere il menu per favore?)
I’ll have this one, thank you (prendo questo, grazie)
Could you give me the bill? (potrei avere il conto?)
How much is this/the ticket? (quanto costa questo/il biglietto?)

…che, vi assicuro, di per sé rappresentano l’80% del bagaglio necessario alla sopravvivenza.
E poi, se non proprio amore, almeno un vago interesse per geografia, storia e storia dell’arte.
Conoscere le origini della millenaria Torre di Londra o del monumento della libertà di Riga o di quello dei navigatori a Lisbona, e più in generale delle principali attrazioni monumentali di una città, si rende necessario per contestualizzare il soggiorno, nel tentativo di cogliere nei pochi giorni a disposizione l’anima più profonda di una nazione e dei suoi abitanti.
In senso più filosofico, il piacere e la curiosità nello scoprire nuove cose. Chi ama viaggiare è generalmente mosso da un atteggiamento di apertura verso il mondo, intravede nell’altro da sé, se non proprio una possibile alleato, quantomeno uno stimolo per ampliare le proprie conoscenze, piuttosto che una minaccia.
Conoscere altre realtà aiuta a comprendere le differenze col proprio mondo, ad apprezzarne i punti di forza e a criticarne quelli di debolezza, in una parola ad essere più obiettivi.

Strumenti: fatta questa doverosa premessa, passiamo all’atto pratico: Internet e i siti indispensabili per organizzare un buon viaggio ad un prezzo il più possibile contenuto

  •         Booking (prenotazioni hotel)
  •     Tripadvisor (consigli di viaggio, classifica delle attrazioni e dei ristoranti)
  •     Google Map (Mappe dei luoghi, distanze, percorsi consigliati coi mezzi pubblici, privati o a piedi)
  •      Ryan Air, Vueling, Easy Jet e qualunque altro sito di compagnie aeree
  •    Google Flight (motore di ricerca tra le compagnie aeree per individuare i voli più convenienti)
  •     Visittallin, Visitoslo, Visitlondon e più in generale qualsiasi sito dedicato totalmente alla città che si intende visitare
  •       Looking4parking (motore di ricerca dei parcheggi in aeroporto)
  •       Hertz, Avis, Europcar (siti dedicati al noleggio dell’auto)



VOLO
Innanzitutto, viene prima l’uovo o la gallina? Ovvero la scelta della meta è frutto di un’occasione imperdibile verso un luogo a cui non stavi affatto pensando, o, viceversa, è ponderata sin dall’origine e attendi solo il momento giusto per cogliere l’occasione della vita?
Perché ormai tutte o quasi le compagnie aeree offrono entrambi i servizi: consentono infatti, a partire da un tetto massimo definito dall’utente, di trovare tutte le destinazioni entro quel budget, ma anche di fissare inizialmente la meta finale e determinare di conseguenza il periodo più favorevole in termini economici.

Ed ecco qui di seguito riportati alcuni suggerimenti per ottimizzare l’acquisto:
  •         Innanzitutto avere le antenne sempre dritte, l’occasione può essere dietro l’angolo, anche su un semplice cartellone pubblicitario o un ritaglio di giornale
  •        Iscriversi alla newsletter delle principali compagnie aeree per rimanere sempre aggiornati sulle ultime offerte
  •      Cercare un volo con largo anticipo, in date apparentemente impensabili. In tal senso stanare le innumerevoli offerte dei mesi invernali, soprattutto verso i paesi del Mediterraneo dal clima mite.
  •        Valutare, in caso di voli andata e ritorno, anche combinazioni del tipo
    •   andata con una compagnia aerea, ritorno con un’altra  (soprattutto in quelle città in cui siano presenti più aeroporti)
    •   andata e ritorno da due città diverse, valutando in tal caso anche i costi del trasferimento, sia esso in auto noleggiata che in autobus o traghetto.
  •         Nel caso in cui nella stessa città siano presenti più aeroporti, soppesare il costo del biglietto aereo con quello del trasferimento dall’aeroporto al centro città.  Nel caso di Londra, arrivare a Standsted con la RyanAir, o a Gatwick con EasyJet, verrà a costare sicuramente meno che atterrare ad Heathrow con Alitalia, ma i collegamenti che dai due aeroporti arrivano al centro (con tempi di percorrenza che dipendono ineluttabilmente dal traffico stradale) sono molto più esosi della metro presente ad Heathrow.
  •         Il volo può non rappresentare il top della spesa in un viaggio, perciò prima di acquistarne uno, valutare preventivamente i costi medi dell’alloggio. Trovare un volo low-cost ad Oslo non è inusuale, specie nei mesi invernali, ma una sistemazione che non faccia versare lacrime è pressoché impossibile.
  •        In tal senso valutare sempre la convenienza di restare una notte o più in hotel per risparmiare sul volo: non è raro che le offerte di voli andata e ritorno riguardino soggiorni di lunga durata, per cui può essere conveniente limitare la durata del viaggio, risparmiando sull’hotel e pagare di più il volo, soprattutto se stiamo trattando città esose come quelle del nord Europa.
  •         Sempre sullo stesso tema, valutare con attenzione gli orari: molto spesso le offerte migliori si riferiscono a partenze o arrivi shock: i voli di andata che partono a tarda sera o, viceversa, quelli al ritorno che partono la mattina presto, necessitano di una notte in più in hotel di cui avresti fatto volentieri a meno.
  •       Assicurazione: valutarne la convenienza ed eventualmente aggiungerla. Se il volo costa poco chissenefrega, viceversa, e soprattutto se si viaggia con i bambini, meglio farci un pensierino. Prima di stipulare l’assicurazione verificare attentamente le condizioni, soprattutto la franchigia, perché in caso di mancato volo non viene risarcita l’intera quota!


HOTEL
Sei disposto a soggiornare presso il dormitorio di un ostello situato a 20 km dal centro e dotato di un solo bagno in comune?  Se la tua risposta è sì (non mi avrai mai come compagno di viaggio) allora non avrai problemi ad aggiudicarti una sistemazione a basso costo. Viceversa, il prezzo dell’hotel dipenderà da quanto sei disposto a sopportare: banalmente, la distanza dal centro città, la camera singola, il bagno privato, la prima colazione, la presenza del parcheggio, incideranno sulla quota finale.

Di seguito, ecco riportati alcuni suggerimenti per ottimizzare l’acquisto:

  •         Tramite il sito booking.com, ma non solo, è possibile assicurarsi una camera o un appartamento senza pagare nulla all’atto della prenotazione, ma procrastinando il pagamento una volta arrivati in hotel. Il tutto, lasciando semplicemente i dati della carta di credito. Sono le cosiddette sistemazioni a cancellazione gratuita, le quali, come suggerisce la parola stessa, consentono la cancellazione della prenotazione, senza pagare alcuna penale, entro e non oltre una data prefissata, generalmente a ridosso di quella di arrivo. La cancellazione successiva a tale data, oppure il mancato arrivo in hotel, comporteranno entrambi una sanzione, definita preventivamente nelle condizioni di acquisto, il più delle volte pari al costo della prima notte.
  •         In alcuni casi può capitare che la stessa camera venga offerta ad un costo differenziato, a seconda che si scelga il pagamento immediato (ad un prezzo più basso) oppure la cancellazione gratuita. Se non si è sicuri della scelta (nel senso che si preferisce fare prima un giro per il web alla ricerca di una sistemazione migliore o più semplicemente perché si ha qualche vago sentore che il viaggio possa saltare) il mio consiglio è quello di optare per la seconda possibilità, benché più costosa.
  •        Nel caso in cui, per tenere il piede in più scarpe, capiti di collezionare prenotazioni multiple a cancellazione gratuita perché si è indecisi su quale hotel optare, la raccomandazione è quella di appuntare le scadenze di tutte, così da non incorrere in pagamenti non voluti.
  •         Nella maggioranza dei casi la prenotazione a cancellazione gratuita non prevede alcun costo, tutto viene saldato all’atto dell’arrivo in hotel. Ciononostante in alcune circostanze, documentate alla voce condizioni speciali, un acconto, o deposito, che può essere pari ad una percentuale sul totale o più semplicemente al costo della prima notte, può essere prelevato dalla carta di credito prima dell’effettivo arrivo in hotel. Un’altra casistica prevede invece il blocco (non il prelevamento) dell’intera quota, atto a garantire la presenza di liquidità nel conto corrente. In caso di cancellazione entro i tempi prestabiliti, lo sblocco avviene nel giro di pochi giorni.
  •         A tal proposito occhio al sito Airbnb, celeberrimo concorrente di booking, poiché la cancellazione gratuita prevede in realtà un deposito fisso da pagare per le spese di amministrazione


Ed ora un po’ di consigli in libertà:
  •         Scandagliare quotidianamente il sito di booking.com: le cancellazioni gratuite degli utenti liberano nuovi posti
  •         Verificare la posizione dell’hotel tramite google map e valutare la presenza di mezzi di trasporto, nonché la vicinanza all’aeroporto e ai siti di interesse
  •        gli ostelli, generalmente più economici rispetto agli hotel, possiedono anche camere singole, alcune perfino con bagno privato.
  •       Setacciare le opinioni degli utenti su Tripadvisor e Booking per smascherare i punti deboli di una struttura, ed agire di conseguenza.
  •         Verificare che la prima colazione, se presente, sia inclusa o meno nel prezzo finale
  •         Verificare con attenzione l’orario per il check-in ed il check-out
  •        Verificare il costo del letto supplementare, qualora sia possibile aggiungerne uno
  •        Verificare la presenza del parcheggio auto e gli eventuali costi
  •    Verificare la presenza (gratuita o meno) di wi-fii e del deposito bagagli (quest’ultimo fondamentale in caso di arrivo in città prima del check-in prestabilito o, viceversa, di partenza prevista in orario molto successivo a quello del check-out)


PARCHEGGIO PER L’AEROPORTO
  •         Il sito Looking4parking rappresenta il motore di ricerca ideale per scandagliare le diverse opportunità offerte, nonché le valutazioni degli utenti.
  •         Il costo base prevede il parcheggio dell’auto ed il servizio navetta all’andata ed al ritorno dall’aeroporto.
  •         E’ richiesto un anticipo sul totale all’atto della prenotazione.


NOLEGGIO DELL’AUTO
  •         Come nel caso degli hotel, il pagamento immediato della prenotazione consente di usufruire di un costo più basso e di una serie di optional (per es kilometraggio illimitato gratuito) rispetto al rinvio del pagamento a fine noleggio.
  •         Valutare bene la maggiorazione dei costi in caso di restituzione dell’auto in un luogo differente da quello di partenza.


TRASPORTI
·        Sono costi che in genere vengono sottovalutati o non conteggiati affatto all’atto della programmazione e che invece alla lunga possono incidere molto sull’importo finale, in considerazione del fatto che all’estero i mezzi pubblici costano mediamente più che in Italia. Consiglio pertanto di prenderne visione prima di partire in modo da non incorrere in brutte sorprese.

  • ·       I trasporti, con annessi orari e prezzi, da e per l’aeroporto sono generalmente desumibili dalle pagine dei siti aeroportuali o in quelli dedicati alle destinazioni finali dei siti cittadini (alla voce come arrivare in città). Se all’aeroporto è presente la metro, la scelta è obbligata, altrimenti occorre affidarsi ad autobus e treni, valutando per ciascuna opzione costi e punto di arrivo in città, relazionandolo alla posizione dell’hotel. Solo in ultima ratio, e preferibilmente in presenza di altri passeggeri così da poter dividere la corsa, affidarsi al più oneroso taxi.
  •         Una volta determinato il punto di arrivo in città occorre studiare le modalità di raggiungimento dell’hotel, affidandosi direttamente al sito dell’hotel stesso (alla voce come raggiungere l’hotel) oppure simulando il percorso su google map.
  •         In alcune grandi città, piuttosto che pagare i singoli viaggi singolarmente, è spesso conveniente optare per forme di abbonamento predefinite, come i classici biglietti validi per 24/48/72 ore dalla prima timbratura, o le carte magnetiche prepagate come la Oyster Card di Londra, che consentono un risparmio notevole.
  •         Valutare caso per caso la convenienza di acquistare carte cittadine (London card, Stockholm card, Tallin card e chi più ne ha più ne metta) che all’abbonamento su tutti i mezzi di trasporto associano sconti importanti per l’accesso ad attrazioni turistiche ed attività culturali. A tal fine basta munirsi di carta, penna e calcolatrice e appuntarsi i costi dei biglietti d’ingresso delle singole attrazioni che s’intende visitare e verificare il reale vantaggio offerto dalla carta.
  •         Una volta fissati gli obiettivi da raggiungere (monumenti, attrazioni, musei, ristoranti, etc) consiglio di annotare i mezzi di trasporto per raggiungerli, simulando il percorso con l’impareggiabile google map.


CONSIGLI IN LIBERTA’
  •         Per ottenere informazioni di vario tipo su una determinata destinazione, l’immancabile guida cartacea, che resta comunque un valido supporto da portarsi dietro, è oggi affiancata dai portali internet (visitlondon, visitoslo, etc) che hanno il vantaggio di essere sempre aggiornati sulle ultime novità e contengono informazioni e consigli utili da cui trarre spunto per organizzare il soggiorno ideale. Con un semplice click potrete scoprire le attrazioni principali, gli itinerari turistici, gli eventi in programma, i negozi migliori dove fare shopping, i trasporti pubblici, i souvenir, i cibi tradizionali, la cucina locale, i ristoranti migliori e gli alloggi. Una volta aver appuntato le cose da fare e da vedere, il mio consiglio è di distribuirli più o meno uniformemente su un’agenda, in modo da riempire tutti i giorni a vostra disposizione.
  •         A tal proposito, per non veder scombinati i piani all’ultimo momento, è necessario verificare in anticipo gli orari di apertura delle attrazioni turistiche, specie di chiese e musei, e le eventuali chiusure settimanali
  •         Come pure sarebbe auspicabile non farsi trovare impreparati di fronte ad un giorno di pioggia ed organizzare un piano B nel caso in cui questo dovesse presentarsi. Avere a portata di mano una qualunque applicazione meteo potrebbe aiutare.
  •        Valutare la possibilità di acquistare gli immancabili tour turistici sui bus a due piani (i vari sightseeing oppure hop-on hop-off) che, oltre alla presenza di audioguide che narrano nella lingua desiderata la storia e aneddoti della città, consentono di scendere e visitare i luoghi d’interesse per poi risalire a bordo per un numero infinito di volte nell’arco temporale prescelto. Consigliabile a mio parere solo per le grandi città.
  •         Acquistare in anticipo i biglietti per le attrazioni a volte risulta indispensabile, come nel caso dell’Alhambra in Andalusia, in quanto la lista di attesa è paragonabile a quella delle analisi di laboratorio negli ospedali italiani, altre volte semplicemente consigliabile, sia perché online si trovano degli sconti molto interessanti, sia perché si risparmia sulla fila alle casse.
  •         Una volta arrivato a destinazione, consiglio un salto al tourist information per collezionare le brochure, la mappa cittadina e, qualora presente, la mappa della metro.
  •         Quanto alla ristorazione, il mio consiglio è quello di optare per i locali sulla base delle opinioni degli utenti di tripdavisor, oppure di affidarsi ai consigli degli albergatori. Chi non se la sente di provare la cucina locale, vuoi perché non incline alle novità o perché non si fida dei piatti che gli propinano, o più semplicemente perché restio a chiedere informazioni ai camerieri, si butti pure sul Mac Donald’s. Costa poco, è presente ovunque, una volta ogni tanto non fa male, piace ed è ricco di calorie.
  •        Nell’ipotesi in cui la camera preveda cucinotto o frigo, individuare il supermercato più vicino all’hotel per risparmiare sui costi della ristorazione.
  •         Merci! Thank you! Obrigado  Gracias  ARIGATOU Danke! Dziękuję! Etc… Non dico di imparare la lingua del luogo, giusto il minimo indispensabile…ciao…buongiorno e buonasera…


In conclusione, aggiungo una banalità a quelle che ho già elencato finora.
Ovviamente, e per quanto ci s’impegni ad organizzare tutto nei minimi particolari, l’inconveniente è sempre dietro l’angolo, pronto a scombinarti i piani quando meno te lo aspetti.
E per fortuna, aggiungo io.
Se solo avessi seguito scrupolosamente i consigli di questo breve manuale, probabilmente qualche anno fa non avrei mai optato per l’hotel norvegese denominato Spor1, che solo a seguito di una notte insonne ho poi scoperto voler dire Binario1, ma è pur vero che, anche dopo aver preso tutte le dovute contromisure, mi è comunque capitato di restare fuori un hotel in piena notte  nonostante le rassicurazioni sul fatto che la reception fosse aperta 24 ore su 24.
E dovrei preoccuparmi per questo? Ma neanche per sogno, sono invece proprio questi contrattempi a rendere un’esperienza di viaggio unica e irripetibile, e soprattutto non sovrapponibile a quella riportata nelle guide turistiche, che scorre senza particolari scossoni o inconvenienti lungo i binari di un mondo idealizzato.

Una provocazione, per finire: se un giorno avrete mai occasione di programmare un viaggio da soli, scoprirete che il piacere insito nell’organizzazione supera perfino quello del viaggio medesimo.

Scommettiamo? ;-)

mercoledì 20 luglio 2016

Estonia-Finlandia 2016



Ancora co ste repubbliche baltiche, direte. Me ne mancava solo una, dai, mica potevate pensare che sarei morto lasciandomi dietro questo vuoto incolmabile. E vi dirò di più: in un colpo solo, con la Finlandia ho pure finito la Scandinavia! (benché una ricerca molto approfondita lasci aperta l’ipotesi che anche l’Islanda ne faccia parte:

Wikipedia:
La Scandinavia è una regione geografica e storico-culturale dell'Europa settentrionale. Dal punto di vista geografico la penisola scandinava è costituita dalla Danimarca Norvegia, Svezia e parte della Finlandia (l'area nord-occidentale)[1][2] ed esclude l'Islanda, nonché i territori autonomi delle isole Åland, le Isole Fær Øer e la Groenlandia. Il termine Scandinavia viene comunque anche utilizzato impropriamente come sinonimo di "Norden" in senso largo includendo questi altri territori.

Mah, io comunque, per non sapere né leggere né scrivere, nel frattempo mi alleno con la haka islandese, chissà che non mi torni utile in futuro).

Ma torniamo a noi e all’antefatto che ha messo in moto la serie di eventi che mi ha condotto fin qui. Tutto è cominciato con un flash in attesa della metro: un cartellone pubblicitario della Vueling che sbandiera la possibilità di aggiudicarsi voli ad 8.99 euro per promuovere l’attivazione di nuove rotte da Roma. Ahahah, rido io. E continuo a sghignazzare pure mentre via cellulare provo a collegarmi al sito, consapevole dell’inutilità del tentativo. Infine mi sbellico quando seleziono la tratta Roma-Tallin, la meta meno low cost del pianeta. Quando poi mi rendo conto di quanto è accaduto, sono ormai passati un paio di minuti, trascorsi in un clima di totale incredulità, la stessa di chi ha puntato sul Leicester vincente a fine campionato inglese. Perché la mail della Vueling che fisso con aria da ebete certifica la conferma della prenotazione, ad un prezzo che in condizioni normali assocerei ad una gita in Umbria. Purtuttavia sono consapevole del fatto che se non riesco a trovare un volo di ritorno adeguato, avrò alle brutte buttato all’aria l’equivalente di un buono pasto. Che per tener vivo un sogno è comunque una cifra che ad oggi sono ancora disposto ad accettare.
E così nei giorni seguenti mi metto a dare la caccia al suddetto volo, senza però trovare una soluzione che non sia inferiore ai 180 euro.
Ma proprio quando ormai comincio a perdere la speranza, ecco che la geografia viene in mio soccorso: e se attraversassi la stretta lingua di mare che separa Estonia e Finlandia e tornassi da Helsinki? Detto fatto. In men che non si dica le basi del viaggio vengono edificate. Una volta fissato il volo di ritorno, ad un prezzo ben più basso che se fossi tornato da Tallin, passo alla ricerca degli ostelli, scandagliando quotidianamente il sito di booking.com in cerca dell’offerta migliore. Quindi studio i trasferimenti da/per porti e aeroporti e i trasporti pubblici cittadini, mentre nel frattempo comincio ad orientarmi con la mappa delle città, e così via, fino ai dettagli più mondani e suscettibili di variazioni dell’ultima ora.
Come consuetudine, alla fine tutto lo sforzo viene riassunto in un file excel, la cui stampa porto gelosamente con me. Piuttosto preferirei perdere la carta d’identità.


21-22 giugno
Ed ecco giunto il gran giorno. O forse farei meglio a dire la gran sera. Eh già, perché avevo dimenticato di dire che il volo è sì regalato, ma contiene un inconveniente non da poco: la partenza alle ore 23, con arrivo alle 3:30 ora locale (2:30 ora italiana per via del fuso orario). Mi accordo con l’ostello per il deposito bagagli, visto che prenotare una camera in piena notte avrebbe poco senso, ricevendo rassicurazioni sul fatto che la reception resta aperta 24h su 24, e mi preparo ad affrontare la nottata più lunga dai tempi dell’allattamento dei figli.
Il piano è semplice: dormire in aereo, per poi vagare per la città in attesa dell’alba, fiducioso del fatto che a quelle latitudini e a quell’ora di notte la luce soffusa possa guidarmi tra le vie silenziose e addormentate della città. Che poi è lo stesso piano di tutti gli altri passeggeri.
Tutti, meno due.
Già, perché due estoni completamente sciroccate (indizi schiaccianti sulla loro nazionalità: bionde occhi azzurri linguaggio incomprensibile) esattamente nella fila accanto alla mia, danno vita ad un teatrino sgraziato, fatto di risate sguaiate senza praticamente soluzione di continuità, per tutta la durata del viaggio.
All’arrivo tuttavia il mio malumore per il sonno perduto viene spazzato via da una sorpresa del tutto inaspettata: un tavolo imbandito di tante leccornie in onore del viaggio inaugurale della tratta, che abbina stuzzichini italiani, accompagnati da caffè e cappuccino, ad altri estoni, abbinati alla tradizionale bevanda a base si menta artica. Che dire: meglio di così non posso cominciare no?
Ma l’esperienza insegna che non bisogna mai cantare vittoria, perché il destino avverso è sempre in agguato. E infatti, una volta abbandonato il taxi nella Piazza della Libertà ed aver percorso pochi metri attraverso una città spettrale per via dell’ora notturna, individuo l’ostello, ubicato in posizione centralissima.
Suono. Niente. Suono ancora. Niente. Leggo il cartello accanto al campanello: bussare in caso di mancata risposta. Busso. Niente. Busso ancora. Niente. In effetti il cartello recita: hard knock. Busso forte. Niente. Mi scateno. Dopo 5 minuti mi apre una poraccia stravolta dal sonno che con un cenno della testa mi fa segno di entrare e poi si rifugia nella sua stanza, senza dire una parola. In piedi, ciascuna posizionata sulla soglia della propria stanza, altre tre persone mi fissano con una faccia che sotto la maschera devastata dal sonno lascia trasparire un odio profondo.
Dovrei sentirmi mortificato, ma sono troppo stanco per provare un sentimento diverso dal desiderio di gettarmi lungo su un divano ed addormentarmi,  che è esattamente ciò che faccio non appena trovo il suddetto divano. Tanto non ho fretta, anzi. Se oltre al deposito bagagli depositano anche me tanto meglio.
E poi ecco che dopo circa un’ora di attesa, all’improvviso da una stanza con su scritto Staff only esce una ragazza seminuda completamente rintronata. Mi chiede chi sono, glielo spiego, comincia a sbraitare fuck fuck, se la prende col malfunzionamento del campanello, poi mi chiede chi mi ha aperto, fuck fuck, poi mi chiede di pagare il soggiorno, manco la carta di credito funziona, fuck. Infine si alza, mi dà la ricevuta e senza dire una parola torna a dormire nella sua stanza. Aspetto un paio di secondi e poi busso. Posso lasciare il bagaglio? Apre, fuck, lo prende e mi chiude la porta in faccia (con questo chiarendo in maniera inequivocabile i dubbi interpretativi che l’imprecazione poteva sottintendere).
Che altro dire: la colazione è compresa nel prezzo, ma se questa dev’essere l’accoglienza, decido di farne a meno per i due giorni a venire.
Welcome Tallin!!

Carina. Non bella. Carina. C’è differenza tra carina e bella. Civita di Bagnoregio è carina, un gioiello, ma dopo mezz’ora ti spari. Idem Tallin. Idilliaca per una giornata, meta ideale per crociere con sosta programmata di 8-10 ore. Scenografica, caratteristica, per la torrette che la circondano ricorda un po’ Dubrovnik, per le passeggiate lungo le mura Rothenburg in Germania, per l’aspetto del centro storico Bratislava, per alcuni scorci e cortili interni…Viterbo. Tutto, quindi, fuorché una città con la C maiuscola. Ma tant’è, me la faccio bastare.


Piazza del Municipio

Hellemann Turm

Tornide väljak 


Kiek in de Kok e Neitsitorni


Epico e fantozziano l’equivoco dei 60 scalini letti sulla guida che diventano 60 metri di scalini che mi conducono tra mille imprecazioni (fuck) in cima al campanile di Sant’Olaf, un tempo a detta loro l’edificio più alto del mondo, per gettare un’occhiata alla cartolina perfetta di Tallin. Un’istantanea, che è proprio ciò che rappresenta. Una città ferma, immobile, incastonata nel tempo.

Panorama dal campanile di Sant'Olaf


23 giugno
Il giorno successivo mi spingo fuori del centro storico, alla scoperta del parco Kadriorg, una meravigliosa oasi verde arricchita da un palazzo commissionato dallo zar sullo stile del Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo, e al ritorno decido di sperimentare il tram perché altri due km a piedi lungo una strada anonima mi sembrano un prezzo più alto da pagare rispetto ai due euro richiesti dal conducente.

Palazzo Kadriorg
E arrivo giusto in tempo per approfittare del free tour organizzato dall’ufficio turistico di Tallin, a zonzo per la città in compagnia di una guida simpaticissima e scatenata che in due ore ci spiega vita morte e miracoli della storia di questo paese martoriato, stretto nella morsa di Svezia, Danimarca, Russia, Finlandia e Polonia, che a turno se la sono spartita nei secoli. Il mio inglese è arrugginito, lei parla svelta, in media finisco per comprendere una parola ogni tre, e questo mi costringe ad imbarcarmi in un complicato esercizio mentale di interpolazione per carpire il senso delle frasi, a volte con risultati esilaranti, tipo quando mi sono convinto che se fossi salito su una determinata collina la polizia mi avrebbe arrestato all’istante, ahahah (…e comunque non ci sono salito).
Pomeriggio completamente assorbito dalla ricerca di souvenir: collana d’ambra come da richiesta da parte di Arianna, maglietta e cappello rispettivamente per Matteo e Claudio. Boccette di liquore Vana Tallin per la gioia dei miei e anche mia perché in un solo pomeriggio mi sono tolto un peso di dosso.
La sera, prima ed unica uscita al ristorante di tutto il viaggio che non sia MacDonalds o similari. Opto per il number one di Tripadvisor, Rataskaevu16, e i fatti mi danno ragione. La cameriera è carina e simpatica, mi offre anche l’antipasto fatto di pane nero e burro, un gesto quantomeno di cortesia al di là dell’effettivo valore del piatto, e poi mi divoro un ottimo filetto di salmone alla brace.
Il conto, sul quale la cameriera ha aggiunto a mano delle frasi di cortesia del tipo I hope to see you again, you are important for us, etc, che ovviamente scrive a tutti, lo conservo tuttora gelosamente nel portafoglio. In attesa di trovare una cornice adeguata.

24 giugno
Ed è così arrivato il giorno della partenza. Mi imbarco al porto di Tallin sulla nave della Eckero Line sotto una pioggia battente che m’impedirà di godere del panorama per tutta la durata della traversata e, dopo circa un paio d’ore, faccio il mio ingresso trionfale ad Helsinki.
Mi faccio una prima idea dei finlandesi già durante il tragitto sulla nave. E’ infatti sufficiente dare un’occhiata alle scorte di alcolici che si portano via dall’Estonia per avere conferma di quanto letto sulle loro abitudini. Bevono, e tanto. Carrelli zeppi di casse di liquori e di birra a basso costo. Un viaggio andata/ritorno Helsinki-Tallin-Helsinki per un totale di 5 ore circa solo per risparmiare su grandi quantità di alcolici. Che amarezza.
Eppure, non appena metto piede a terra, respiro subito un’aria nuova, per certi versi del tutto inaspettata. Tutto intorno a me c’è fermento, movimento, frenesia. Che tradotto significa una cosa soltanto: sono arrivato in una città vera.
Memore dei consigli, mi premuro subito di acquistare il biglietto per i mezzi di trasporto valido per due giorni, alla modica cifra di 12 euro, modica, se confrontato col prezzo del biglietto singolo, di 3 euro e 50.
Poi il tram, il primo di una lunga serie. Non perché la città sia chissà quanto grande, quanto piuttosto perché servita bene, con mezzi puntuali e ad alta frequenza, ad ogni ora del giorno. Dopo circa venti minuti arrivo all’ostello, in una via denominata Hietalahdenkatu (santo subito chi ha inventato il copia-incolla), dove mi attende tutt’altra accoglienza rispetto a quello estone, grazie ad un personale che come avrò modo di verificare risulta molto qualificato, sempre presente (altro che fuck!) e soprattutto pronto a soddisfare qualsiasi richiesta/esigenza. La camera, al settimo piano, è grande e dotata di cucinino, frigorifero e bagno interno, lasciando intravedere la baia all’orizzonte. Niente male per un ostello!
E’ ormai pomeriggio, il tempo è nuvoloso, ma almeno non piove, contrariamente alle previsioni. Il peggio l’ho lasciato lungo il tragitto via mare.
E così approfitto per far visita al Temppeliaukion kirkko, a poche centinaia di metri da dove mi trovo, una chiesa molto caratteristica ed originale, costruita all’interno della roccia.


Poi mi metto alla ricerca di un supermercato per fare provviste: dal momento che ho il frigo in camera intendo almeno risparmiare sui costi della colazione.
Tutto chiuso. Alimentari, supermercati. Ribadisco, tutto. Possibile? Torno all’ostello e chiedo lumi alla reception e quelli m’informano che oggi 24 giugno è giorno di festa nazionale (che culo!) ma che guardacaso proprio di fronte all’ostello c’è un piccolo alimentari che rimane sempre aperto anche durante le festività (che culo!)
Per concludere la giornata, prendo il tram con l’intenzione di testare un ristorante economico, anche questo segnalato su Tripadvisor, per farmi un’idea della cucina locale. Porta chiusa, tante scritte in finlandese, una sola deduzione: stasera anche i ristoranti fanno festa. Ma per fortuna c’è sempre il buon vecchio Mac su cui poter contare…

25 giugno
Sveglia intorno alle 3 e mezza, quando la luce del giorno penetra attraverso i vetri privi di tenda rendendomi cieco. L’unica considerazione positiva che riesco a formulare tra mille imprecazioni è che la Scandinavia, almeno nel periodo estivo, dev’essere sicuramente  un territorio devampirizzato. Per il resto il sonno prosegue disturbato fino a quasi le 8 di mattina, quando mi convinco che un giorno di sole a quelle latitudini vada comunque accolto come un dono divino.
Mi fiondo fino alla Piazza del Mercato, fitta di bancarelle che propongono oggetti e souvenir della tradizione locale (non immaginavo che Finlandia si dicesse China) e di prodotti mangerecci tipici del luogo come i frutti di bosco, venduti alla modica cifra di 7 euro al chilo e che pertanto mi sono limitato a fotografare.



E poi salgo sul traghetto che conduce all’isola di Suomenlinna, una fortezza militare del 1700, all’epoca considerata inespugnabile, almeno fino a quando la prima nave russa non si è affacciata minacciosa sul golfo. Solo la prontezza dei soldati finlandesi nell’issare bandiera bianca ha evitato che la fortezza venisse distrutta e privata del patrimonio dell’Unesco che oggi può orgogliosamente vantare. Il tragitto in traghetto fino a  Suomenlinna è breve, poco più di un quarto d’ora, ma consente di avere un’idea della morfologia del luogo, disseminato di isolette, alcune grandi, altre delle dimensioni di piccoli scogli, ciascuna con la sua casetta rossa in legno circondata da fitta vegetazione.


Una volta tornato sulla terraferma, quasi casualmente m’imbatto nel capolinea del bus 24, che ricordo conduce all’altra meta prevista per la giornata, l’isola Seurasaari. Lungo il tragitto, getto un’occhiata al parco Sibelius, dove so che si erge il monumento dedicato al musicista finlandese, cercando di memorizzare la fermata d’autobus più vicina, in vista del ritorno.
Ancora più selvatica di Suomenlinna, Seurasaari è ricca di spiagge affollate(!) di bagnanti e con una foresta di betulle all’interno a fare da contorno a specchi d’acqua cristallini, una vera bellezza. Ma il vero punto di forza del giro dell’isola è che mi accorgo della biglietteria solo a tour concluso, quando realizzo che senza volerlo (giuro, sono innocente!) ho risparmiato la bellezza di 9 euro.




Sulla via del ritorno comincio a guardare a destra e sinistra per individuare la fermata corrispondente al parco di Sibelius, ma non trovo riferimenti. Poi all’improvviso un flash: il monumento sfreccia veloce sulla mia destra. Mi getto sul pulsante della chiamata e, tempo neanche 2 secondi, l’autista inchioda alla fermata, dandomi così la possibilità di scoprire come si dice Dio in finlandese.
Il tempo di scattare una decina di foto e poi di nuovo sul bus successivo fino all’ostello.



Breve riposo di neanche un quarto d’ora e poi ancora sul tram fino al centro. L’equivalente di un rullino di selfie con sfondo la fotogenica cattedrale bianca 


e quindi l’impulso, improvviso quanto apparentemente insensato, di riprendere il traghetto per Suomenlinna. Perché se ci sei andato anche la mattina? Mah…primo perché onestamente non so cos’altro inventarmi, e poi per sperimentare un’altra prospettiva, sorretto dalla convinzione che il tramonto possa conferire alla fortezza un fascino particolare, cosa che viene confermata al mio arrivo. Percorro quindi lo stesso sentiero della mattina ed infine mi siedo a riposare sulle rocce in riva al mare, per qualche pausa di riflessione mistica.





Poi, di nuovo a casa. Il tempo di mangiare un boccone al volo e quindi giù nella sala comune dell’ostello, per assistere alla visione di Croazia-Portogallo, la partita ahimè più noiosa dell’intero europeo. Con l’aggravante, primo, che si è protratta fino ai tempi supplementari e, secondo, che ha visto l’eliminazione della Croazia, sulla cui vittoria finale avevo investito ben 5 euro ad inizio competizione.

26 giugno
Il giorno del ritorno. L’aereo è previsto nel primo pomeriggio, per cui ho la mattinata libera per esplorare nuove zone. Mi spingo allora fino alla baia di Toolo, uno specchio d’acqua circondato da un percorso naturalistico che esploro sotto un sole cocente e, al ritorno, faccio tappa lungo la spiaggia vicino all’ostello, affollata di gente. Ed è proprio lì che mi accorgo che la fotocamera ha smesso di funzionare, fuck. Dal giorno prima, peraltro. Nel senso che fa lo scatto, ma poi non memorizza il risultato nella scheda sd. Perdonerete pertanto l’impossibilità di documentare le mie innumerevoli conquiste di quella mattina con un’ultima carrellata di foto. Dovete fidarvi della mia parola.

Infine una chicca, prima delle conclusioni finali.
Una volta sull’aereo, mentre cerco di combattere la noia sfogliando una delle tante riviste propinate dalla compagnia, m’imbatto quasi per caso in un articolo che mi lascia esterrefatto. Non tanto (e non solo) per quello che asserisce, che di per sé suona quantomeno stravagante, quanto piuttosto perché conferma una mia sensazione, che fino a quel momento avevo relegato nella parte più remota del cervello in quanto la ragione l’aveva etichettata come assurda. E cioè (non ridete) che la lingua giapponese e quella finlandese hanno molti tratti in comune.  
Finito? Bene, datemi almeno il tempo di azzardare una giustificazione che risulti il più possibile credibile ai vostri occhi.
Innanzitutto mi riferisco alla lingua parlata, è ovvio. Detto ciò, durante la mia seppur limitatissima permanenza in Finlandia, dai dialoghi tra locali intercettati qua e là, immagino che il mio orecchio abbia captato alcuni suoni e sfumature verbali riconducibili all’immaginario collettivo nipponico, quello per intenderci che noi ragazzi degli anni 80 abbiamo edificato a partire dalla visione almeno ventennale di cartoni manga, e che poi abbia trasferito questa informazione al cervello che ne ha tratto  le (seppur apparentemente bislacche) logiche conseguenze. 


Ritorno a casa. Contrariamente alla volta scorsa, in questo frangente non c’è nessun vicino a cui raccontare le mie eroiche gesta, bensì i figli,  che mi vengono incontro festanti, accogliendomi a braccia aperte.
E con un desiderio sfrenato di raccontarmi le loro, di avventure J